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GRUPPO ALPINI DI LONATO
-Sezione di Brescia-


La nostra storia

Tanta passione ed un occhio rivolto al passato.

 Il lonatese Guglielmo Tirali, il 4 Novembre del 1925, fu il primo Alpino del paese ad assumere la carica di "Presidente" del  Gruppo Alpini della Città di Lonato. L'organismo, fondato nel medesimo anno, per continuare nel tempo la fratellanza d’arma, nata e cementata nei durissimi anni della Prima Guerra Mondiale, iniziò così la sua esistenza nel territorio lonatese. Spinti dagli stessi obiettivi, oltre che motivati dal medesimo spirito di solidarietà e di amicizia, dopo il Tirali, altri Capigruppo si susseguirono, dimostrando grande e costante impegno, non solo nei confronti della cittadina, ma anche oltre confine, sostenuti dall’’instancabile aiuto profuso da tutti i membri del Gruppo. Grazie al loro dedito lavoro, oggi esiste la sede “Casa dell’Alpino”, dove la tradizione della fratellanza alpina perdura senza temere il passare del tempo. Dal giorno dell’inaugurazione della nuova sede, 22 Aprile 2007, tutte le attività promosse dal sodalizio, sociali e culturali, sono discusse ed approvate in Via Pozze 21/C, con nascita di sostanzioso calendario di impegni. Partendo dall'impegno più ordinario, ma di valore, come la collaborazione con l’Amministrazione Comunale, sino ad arrivare ai più impegnativi, come gli interventi di assistenza a popolazioni colpite da gravi eventi calamitosi, numerosi sono stati gli impegni di volontariato anche a livello nazionale. Non si può a titolo esemplificativo omettere di citare l’intervento effettuato dal Gruppo Alpini di Lonato a favore delle popolazioni colpite dai terremoti in Friuli ed in Irpinia. Occasioni che hanno permesso agli alpini lonatesi di dimostrare, allora come sempre, che la sostanza del fare deve prevalere sulla vacuità del declamare. Ad oggi, il gruppo Alpini conta quasi centotrenta iscritti, comprendendo anche un gran numero di simpatizzanti, a dimostrazione dell’affetto e della stima goduta. La “Casa dell’Alpino” non rappresenta solo un tetto sotto cui ripararsi, ma un’opera che più di tutte dimostra il mondo ideale e spirituale degli Alpini. Un’aria quasi magica che tutti possono respirare visitando la sede il GIOVEDI'- DOMENICA E FESTIVI dalle 09,30 alle 12,00, oppure alla sera del VENERDI', dalle 20,00 alle 23,00

 Il Gruppo

  Il nocciolo duro dell'attuale Gruppo Alpini di Lonato

Gli anni passano per tutti e il tempo mette alla prova ogni cosa, ma gli Alpini sono abituati alle prove. La tradizione dei valori e l'eredità lasciata da chi ci ha preceduto meritano un impegno che va rinnovato di anno in anno. Fino a quando rimarrà l'ultimo Alpino, il Gruppo vivrà.

La parola al Capo...

"L'Associazione nazionale Alpini è una realtà unica nel suo genere: presente in tali dimensioni solo nel nostro Paese. Gli scopi che ci proponiamo sono essenzialmente i seguenti:
a) tenere vive e tramandare le tradizioni degli Alpini, difenderne le caratteristiche, illustrarne le glorie e le gesta;
b) rafforzare tra gli Alpini di qualsiasi grado e condizione i vincoli di fratellanza nati dall’adempimento del comune dovere verso la Patria e curarne, entro i limiti di competenza, gli interessi e l’assistenza;
c) favorire i rapporti con i Reparti e con gli Alpini in armi;
d) promuovere e favorire lo studio dei problemi della montagna e del rispetto dell’ambiente naturale, anche ai fini della formazione spirituale e intellettuale delle nuove generazioni;
e) promuovere e concorrere in attività di volontariato e Protezione Civile, con possibilità di impiego in Italia e all’estero, nel rispetto prioritario dell’identità associativa e della autonomia decisionale.
E' evidente che tali scopi in parte ricalchino gli interessi della società moderna, tuttavia per far parte della nostra Associazione occorre aver svolto almeno due mesi di servizio militare negli Alpini. Questo riduce di molto i ranghi. E' però vero che solo circa 1/3 di coloro che hanno svolto in passato il servizio militare nel nostro Corpo sono transitati nell'associazione. L'affievolimento del numero dei partecipanti è anche causato da stimoli che i Gruppi e le Sezioni sono sovente non in grado di dare, oltre che dalla abolizione, meglio: "sospensione", del servizio militare di leva a far data dal 2003. Non è sufficiente oggi rimproverare i "giovani" alpini di non presenziare alle attività associative, occorre anche comprendere al nostro interno cosa i giovani possano desiderare per essere naturalmente attratti da quanto possiamo loro offrire.
Non v'è dubbio che l'ente debba adeguarsi ai cambiamenti culturali della società, come già più volte in passato è accaduto. Basta leggere la nostra storia centenaria appena inaugurata per avvedersi di come l'anima dell'associazione si sia adattata inevitabilmente ai tempi ed alle epoche che ha attraversato. A fronte di questo apparente "spegnimento" o "affievolimento" di entusiasmi si assite tuttavia ad attestazioni di stima nei nostri confronti provenienti dall'esterno, manifestate sia attraverso la fiducia concordataci nell'amministrazione di ingenti somme raccolte in occasione di calamità naturali, sia per l'entusiasmo col quale i giovani genitori inviano presso i nostri campi scuola estivi i loro figli.  Questo a mio avviso dimostra che la società ha (forse oggi più che mai) bisogno di figure come quelle che possiamo offire, tuttavia dobbiamo impegnarci per rendere i contenuti del nostro organismo presentabili all'esterno in maniera attraente per i potenziali (relativamente) giovani associati. Tutto questo va considerato a prescindere della ormai nota discussione che vede contrapposta la fazione "purista", che vuole l'associazione costituita esclusivamente da ex alpini, a quella "possibilista" che vuole invece consentire l'accesso associativo anche ad "aggregati" e "simpatizzanti", al fine di dare più lunga vita possibile al nostro amato ente. Non v'è dubbio che, mentre l'A.n.a. al proprio interno dibatte su simili temi, all'esterno si vedono, anche per il clamore conseguente alla recente emergenza pandemia, tantissimi giovani presentare domanda di iscrizione alla Protezione Civile.
La sfida per mantenere l'A.n.a. attuale ed appetibile si presenta comunque ardua e necessita di due ingredienti fondamentali a mio avviso: il primo che richiede molta tolleranza da parte della "vecchia guardia", circa innovazioni ed iniziative proposte dai giovani associati (o potenzialmente tali); la seconda attiene invece allo "spazio" che occorre concedere alle nuove leve, evitando di imporre prassi del passato solo perché care alla nostalgia colletiva degli associati di lungo corso.
Per essere al passo coi tempi, serve necessariamente riuscire ad osservare la situazione al di là dei condizionamenti della propria tradizione. Il rischio, altrimenti, è quello di spengersi anzitempo, in una convivenza tra soci, sempre meno giovani, che via via inizierà a risentire della loro stanchezza, anche fisica, e del fisiologico venir meno delle loro energie ed ambizioni.

...occorrono insomma molta lungimiranza, tolleranza, ed apertura mentale..."

Alpino Giuseppe Gallina

 Il direttivo 2022-2024

Le recenti elezioni tenutesi nel 2021 hanno portato all'elezione del nuovo Consiglio Direttivo per il triennio 22-24


LONATESI SUL FRONTE RUSSO 

In occasione delle celebrazioni dell'80º anniversario della Battaglia di Nikolajewka, il Gruppo Alpini di Lonato ha voluto dedicare questo spazio web alla memoria di 49 giovani soldati iscritti alle liste di reclutamento di Lonato che combatterono ottant'anni fa sul fronte orientale. Erano giovani tra i venti ed i trent'anni, presi dalle loro campagne e spediti, spesso dopo aver combattuto su precedenti  fronti, in una terra lontana di cui a malapena conoscevano l'esistenza e l'ubicazione. Erano Alpini, Artiglieri da montagna e Fanti. Alcuni di loro tornarono, alcuni ricevettero decorazioni, altri, come vedrete, scomparvero, perirono in combattimento, per le privazioni della prigionia o in ospedale. Lo statuto dell'Associazione richiede di fare memoria e gli Alpini del Gruppo di Lonato intendono farlo pubblicando qui i fogli matricolari contenenti le vicende belliche di quei giovani. 

Si ringrazia l'Archivio di Stato di Brescia per l'autorizzazione alla pubblicazione ed i lonatesi Carlo Susara e Fabrizio Paghera per aver effettuato il paziente e prezioso lavoro di raccolta. (n.b. la visualizzazione può richiedere qualche istante)

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